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<<Le formiche (ordine imenotteri, famiglia formicidae) sono insetti sociali tra i più evoluti, diffusi con oltre 12.000 specie in ogni continente e particolarmente rappresentate nei paesi caldi. Benchè la grande maggioranza delle specie viva in ambienti naturali svolgendo un ruolo ecologico molto importante, alcune di loro si sono associate alle attività umane e sono divenute cosmopolite grazie agli scambi commerciali.
<<La colonia di formiche (formicaio) è costituita da una o più regine (colonie monoginiche o poliginiche a seconda delle specie) che si dedica esclusivamente a deporre uova e non esce mai dal nido, un numero variabile di operaie (da poche decine a milioni, tutte femmine sterili), e la covata, ossia gli stadi giovanili (uova, larve e pupe), alimentate e accudite dalle operaie. I maschi compaiono solo per un breve periodo dell’anno, la sciamatura, il tempo strettamente necessario a fecondare le nuove regine. E’ in questo periodo che si vedono le cosiddette “formiche alate”, che altro non sono che le nuove regine e i maschi che escono dal nido per il volo nuziale e l’accoppiamento.
<<La loro organizzazione sociale rende le formiche tra gli infestanti più difficili da contrastare. In Italia le specie che possono risultare fastidiose o decisamente nocive alle attività dell'uomo sono circa una decina, molte delle quali di origine tropicale e diffuse coi traffici commerciali in epoche recenti.
<<Il controllo delle formiche si può attuare con insetticidi liquidi di contatto, ma in questo modo si ottengono buoni risultati solo se si è riusciti ad individuare il nido, diversamente si ha solo una riduzione temporanea della attività nelle aree trattate. In molti casi è più utile l’uso di esche in gel, che quando vengono accettate portano in breve all’eliminazione dell’intera colonia grazie al fatto che le operaie foraggiatrici alimentano con l’esca tossica anche la regina e le larve (meccanismo noto come trofallassi), portando alla morte l’intera colonia.
<<Lasius emarginatus Specie di medie dimensioni (lunghezza: 3,5 mm), autoctona, dal corpo chiaramente bicolore, nero e rossiccio (Fig. F1). Molto comune ovunque, sia in ambienti naturali che presso le costruzioni dell’uomo. I nidi generalmente sono ricavati in piccole intercapedini, nelle connesioni fra pavimento e parete degli edifici, sotto grandi vasi o in altre luoghi bui e non disturbati. Si introduce spesso nelle abitazioni ove è attratta dalle sostanze zuccherine. All’aperto frequenta la vegetazione (anche nelle fioriere) dove “pascola” gli afidi, ossia raccoglie le secrezioni zuccherine di questi piccoli insetti noti come pidocchi delle piante.
<<Per il controllo di questa specie è possibile usare esche, oppure, se si riesce ad individuare il nido, trattare direttamente con appositi insetticidi.
<<<Formica Faraone (Monomorium pharaonis) Piccola specie di colore rossiccio (lunghezza: 2 mm) (Fig. F2), la cui origine, certamente tropicale, non è nota con certezza, essendo da molto tempo divenuta cosmopolita. E’ uno degli infestanti più temuti per la sua invasività e il difficile controllo; causa spesso gravi problemi in ospedali, mense, asili, industrie alimentari e anche abitazioni private. Alle nostre latitudini vive e si riproduce esclusivamente all’interno di edifici riscaldati. Forma colonie poliginiche (ossia con numerose regine in grado di ovideporre) che riescono a nidificare in anfratti piccolissimi (cavità di ogni genere, spesso all’interno di elettrodomestici) e di fatto la localizzazione dei nidi non è quasi mai possibile se non in modo casuale. Temperature elevate e vicinanza a fonti di acqua sembrano essere fattori importanti nella distribuzione della specie negli ambienti infestati.
<<Per il controllo di questa specie di formica sono assolutamente sconsigliati trattamenti con insetticidi di contatto tradizionali; a seguito di tali interventi la colonia reagisce infatti “splittando”, ossia formando per gemmazione colonie satellite che vanno ad installarsi in nuove aree meno disturbate. Si ottiene quindi l’effetto di diffondere ulteriormente l’infestazione. E’ invece preferibile impiegare esche alimentari contenenti un principio attivo a tossicità differita, in modo che le operaie foraggiatrici abbiano la possibilità di alimentare l’intera colonia (in particolare regine e covata) portandola all’eliminazione completa. Tale tipo di intervento avrà probabilità di successo maggiori quanto più ampia è l’area coinvolta; diversamente esiste il rischio che alcuni nidi non siano raggiunti ed eliminati e possano nel tempo tornare a colonizzare le zone in precedenza bonificate.
<<Formica dei marciapiedi (Tetramorium caespitum) Formica dal colore uniforme bruno-
<<Per il controllo di questa specie si ottengono ottimi risultati con le esche oppure, se si è riusciti a individuare i nidi, con trattamenti diretti con insetticidi di contatto.
<<Formica argentina (Linepithema humile) Specie di colore bruno-
<<Formica fantasma (Tapinoma melanocephalum) Piccolissima specie (Fig. F5) (lunghezza: 1,5 mm), dal corpo bicolore, scuro anteriormente, bianco avorio l’addome. La sua origine è tropicale, attualmente è diffusa in tutte le regioni calde e, più sporadicamente, in quelle temperate. Finora è stata segnalata solo poche volte nel ns paese ma in futuro è lecito attendersi una sua espansione. Alle nostre latitudini vive e si riproduce esclusivamente all’interno di edifici riscaldati. Forma colonie poliginiche (ossia con più regine in grado di ovideporre) che riescono a nidificare in anfratti piccolissimi.
<<Per il controllo di questa specie si ottengono i migliori risultati con le esche, essendo attratta da sostanze zuccherine.
<<Formica carpentiere (Camponotus vagus, Camponotus ligniperda) Si tratta di un gruppo cui appartengono le specie di formica più grandi del nostro paese (Fig. F6) (lunghezza: 7-
<<Formica rizzaculo (Crematogaster scutellaris) Facilmente riconoscibile per il corpo nero e il capo rosso vivo (Fig. F7) (lunghezza: 3,5-