Menu principale:
Molte persone continuano a vedere i colombi delle nostre città con occhio benevolo, fornendo loro addirittura cibo e rifugio e considerandoli alla stregua di altre specie di uccelli selvatici che hanno perso la loro timidezza verso l'uomo (come ad esempio passeri, merli e rondini). In realtà si tratta di animali rinselvatichiti, discendenti da individui allevati fin da tempi molto lontani e divenuti praticamente "randagi". Tali uccelli trovano negli edifici un perfetto surrogato al loro ambiente originario di nidificazione, rappresentato da pareti rocciose a strapiombo. La vita all’interno delle città offre loro anche altri vantaggi: grande disponibilità di cibo tutto l’anno; temperature invernali più miti; assenza di predatori naturali.
<<Purtroppo sono numerosi i problemi causati dalla presenza di questi uccelli nelle città, e i più gravi sono dovuti alle loro deiezioni (lt Fig. 01) che, oltre ad imbrattare e corrodere monumenti, palazzi (Fig. 02),automobili, etc., contengono e diffondono numerosi agenti patogeni (miceti, batteri, virus). I piccioni delle aree urbane sono inoltre regolarmente parassitati da vari artropodi, fra cui la zecca dei piccioni (Argas reflexus) (Fig. 03), riconosciuta come possibile vettore di diverse patologie. La lotta contro i piccioni non può prevedere la soppressione degli stessi e deve quindi mirare ad impedire la sosta degli uccelli in quei luoghi ove la loro presenza causa gravi problemi (allontanamento) e il loro accesso a locali o ambienti particolari (esclusione). Le tecniche di allontanamento si attuano con respingenti meccanici a spilli (Fig. 04), gelatine, respingenti elettrici. L’esclusione viene generalmente realizzata mediante reti (Fig.05).